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Da ormai un anno e mezzo, con l’avvento della pandemia da Covid 19, e soprattutto nella fase più acuta dell’emergenza, il fenomeno dello Smart Working ha coinvolto ben il 97% delle Grandi Imprese italiane, il 94% delle aziende della PA e il 58% delle PMI coinvolgendo circa 6,5 milioni e mezzo di lavoratori italiani.
A Settembre 2020, tra rientri consigliati e obbligatori, gli smart worker sono scesi a 5,06 milioni.
E oggi? Con quasi un terzo dell’intera popolazione italiana vaccinata, e un’emergenza che, si spera, si avvia verso una fase conclusiva, cosa ne sarà dello Smart Working? Ma soprattutto, cosa abbiamo imparato da questa nuova modalità di lavoro agile?
Se facciamo un passo indietro e andiamo a ricercare quella che è la definizione dello Smart Working secondo il Ministero del Lavoro e delle Politiche Sociali, ecco che lo Smart Working viene definito come « una modalità di esecuzione del rapporto di lavoro subordinato caratterizzato dall’assenza di vincoli orari o spaziali e un’organizzazione per fasi, cicli e obiettivi, stabilita mediante accordo tra dipendente e datore di lavoro; una modalità che aiuta il lavoratore a conciliare i tempi di vita e lavoro e, al contempo, favorire la crescita della sua produttività».
Lo Smart Working non è però una semplice iniziativa di work-life balance e welfare aziendale per le persone: si innesca in un percorso di profondo cambiamento culturale e richiede un’evoluzione dei modelli organizzativi aziendali, per cui si deve prevedere una roadmap dettagliata fase per fase. Un progetto di Smart Working è quindi un processo di cambiamento complesso che richiede di agire contemporaneamente su più leve e che deve partire da un’attenta considerazione degli obiettivi, delle priorità e delle peculiarità tecnologiche, culturali e manageriali dell’organizzazione.
La domanda che oggi tutti si pongono è se, terminata l’emergenza, le aziende che hanno scoperto e attivato lo Smart Working, e che si sono dovute adattare ad una situazione sicuramente non consueta, saranno in grado o meno di adattarsi a questa nuova modalità di lavoro che oggi risulta essere una leva fondamentale per il benessere del dipendente.
Il trend, ormai, sembra segnato, almeno oltreoceano. Grandi aziende come Twitter e Spotify, per esempio, hanno annunciato che i loro dipendenti lavoreranno da casa ‘a tempo indefinito’ anche dopo la fine dell’emergenza.
E in Italia?
A fine 2020 solo il 6% delle imprese ha dichiarato di voler tornare alle condizioni preesistenti senza Smart Working. E’ quello che è emerso dalla terza edizione della survey “Future of Work 2020” rivolta alle direzioni del personale delle grandi aziende italiane, realizzata da Osservatorio Imprese Lavoro.
Ma sarà davvero così?
Il 60% delle imprese indica nello Smart Working l’iniziativa più urgente su cui investire per quanto riguarda la gestione delle risorse umane e il 67% mette la digitalizzazione in cima alla lista delle priorità.
Qual è allora la soluzione giusta per far fronte alle necessità delle imprese e a quelle dei dipendenti?
Noi di M-Squared siamo convinti che la strada giusta sia quella di realizzare una modalità di Smart Working “sano” che si traduce nel proseguire verso la strada della digitalizzazione senza dimenticare l’ufficio come luogo di aggregazione e socialità, punti fondamentali per il benessere dell’azienda e dei propri dipendenti.
M-Squared infatti, è una delle poche realtà italiane nate in modalità Smart Working, prima ancora che ci si chiedesse, ma cos’è lo Smart Working?
Non a caso, uno dei pilastri su cui si fonda la nostra cultura aziendale, è quella di poter scegliere liberamente dove, quando e come lavorare, rispettando sempre gli obiettivi individuali e aziendali e dando ad ognuno la possibilità di conciliare vita privata e vita professionale.
Crediamo da sempre nel valore dello Smart Working, ma al tempo stesso crediamo sia fondamentale per ognuno, poter avere la possibilità di socializzare con gli altri colleghi alternando il lavoro da remoto con quello in ufficio, sanza obblighi e forzature!
Noi del team HR di M-Squared siamo alla ricerca di persone che abbiano la nostra stessa vision, che sappiano cosa sia l’autodisciplina, la flessibilità e l’autonomia e che vogliano costruire insieme a noi una squadra vincente per affrontare insieme le sfide di domani!
Ilaria Ressa | Recruiter
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